Perchè tifare contro e non a favore? Il CSI si batte da sempre per la valorizzazione dell’attività sportiva con contenuti educativi, il lato migliore dello sport. É nel nostro DNA il rispetto degli avversari. Rispetto anche nel tifo. L’unica sana forma di tifo è quella per la propria squadra e non contro la squadra avversaria. L’esempio negativo viene dagli adulti e purtroppo trasmesso ai bambini. Gli adulti devono sempre tenere presente che hanno un ruolo educativo e ogni gesto compiuto davanti ai più piccoli li autorizza a fare lo stesso. È successo in una palestra durante un nostro campionato, gesti e cori contro la squadra ospite. Non è quello che vogliamo vedere e sentire sui nostri campi. Se vogliamo sostenere la nostra squadra bene, se si vuole offendere gli avversari non va per niente bene. E non ci sono scuse o giustificazioni come il fatto che alcune atlete avversarie sono tesserate anche con la Federazione. La partecipazione, con le limitazioni previste dal regolamento, dei tesserati alle federazioni sportive e agli altri enti di promozione sportiva è consentita. Dai regolamenti nazionali, non solo da quelli del CSI Vallecamonica. Una squadra che si iscrive ai nostri campionati questa regola la conosce e quindi la deve rispettare, sempre. Il confronto con le Federazioni sportive è oggetto di discussione da parecchi anni all’interno della nostra Associazione. Siamo arrivati ad avere regole per definire questo rapporto, regole molto chiare. Condividiamo l’idea del Presidente Nazionale Vittorio Bopsio che servono “rapporti sereni ma chiari e trasparenti con le Federazioni Sportive Nazionali”. Perché grazie al confronto tra esperienze diverse si arricchiscono le nostre squadre. Dal punto di vista tecnico ma non solo, ci sono squadre di Federazione che possono essere da esempio anche dal punto di vista educativo. Non bisogna quindi temere questo confronto e vedere le atlete e gli atleti della federazione come fumo negli occhi. É un atteggiamento sbagliato. Se poi aggiungiamo anche le offese allora non ci siamo proprio. Confrontarsi, nel rispetto, è un modo per crescere e per formarsi. Non condividiamo nemmeno la decisione di una squadra di rinunciare alla partita perché le avversarie sono ritenute troppo forti. Decisione secondo noi poco educativa. Nei giorni scorsi hanno fatto scalpore le parole di Giannis Antetokounmpo, cestista dei Milwaukee Bucks, nella conferenza stampa al termine di un incontro perso dalla propria squadra. Rispondendo ad un giornalista che chiedeva se la sua stagione, dopo questa eliminazione, fosse da ritenere fallimentare ha affermato: “Ci sono sempre dei passi da fare. Michael Jordan ha giocato 15 anni, ha vinto 6 titoli: gli altri nove anni sono stati un fallimento? Questo è lo sport. Non devi sempre vincere. Vincono anche gli altri. E quest’anno vincerà qualcun altro". Un passo dopo l’altro e le sconfitte, oltre agli allenamenti, aiutano ad arrivare ai successi.